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PARTECIPARE LA DEMOCRAZIA

Diga di Ridracoli

Nel corso degli anni '60 la Romagna conosce una gravosa crisi idrica che a Forlì significa la mancanza di acqua dai rubinetti per diverse ore al giorno. La lunga stagione dei commissariamenti impedisce per un decennio ogni passo avanti nella attuazione della soluzione, già individuata nella costruzione della Diga di Ridracoli.
La situazione cambia dopo la costituzione delle Giunte “rosse” a Ravenna e a Forlì fra il 1969 e il 1970, in particolare dopo la nomina del Sindaco di Forlì, Angelo Satanassi, alla presidenza del Consorzio delle Acque. Satanassi, in accordo con gli altri amministratori, sceglie di rompere lo stallo provocato dal mancato stanziamento dei contributi ministeriali, mettendo a disposizione i fondi per la progettazione della diga e per coprire i costi del primo stralcio, avviatisi nel 1975.
Nel corso del 1978 una serie di ostacoli, fra i quali le proteste di ambientalisti e residenti, l'incrinatura del fronte politico unitario che aveva sostenuto il progetto, e l'ennesimo rinvio nella concessione dei finanziamenti statali mette a repentaglio il compimento dell'opera. Il rischio viene sventato da un nuovo forte intervento del Comune di Forlì che, pazientemente, avvia una campagna comunicativa e informativa per superare le opposizioni e ottenere il riconoscimento della bontà e sicurezza del progetto; in questa fase Ridracoli è meta di numerose iniziative politiche e manifestazioni promosse dal PCI. A coronamento di questo impegno arriva infine anche lo sblocco dei fondi da parte del Ministero per il completamento dei lavori.
La diga di Ridracoli, la più importante opera pubblica realizzata in Romagna nel XX secolo, viene inaugurata nel 1982. Dopo alcuni ulteriori anni di lavoro, nel 1988 inizia il suo funzionamento l'Acquedotto della Romagna, risolvendo definitivamente un annoso problema di fabbisogno idrico protrattosi per decenni.