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PARTECIPARE LA DEMOCRAZIA

Fabbrica Orsi-Mangelli SAOM-SIDAC, Forlì

La Fabbrica Mangelli, operante nel settore della produzione di cellophane, rayon e fibre artificiali, costituisce sin dagli anni Trenta il principale complesso industriale forlivese, raggiungendo un massimo di 2500 addetti intorno al 1965.
La Mangelli nell'immaginario dei forlivesi è “la fabbrica” per eccellenza e diventa teatro delle più importanti vicende della storia sindacale cittadina: i grandi scioperi della primavera del '44 contro le rappresaglie nazifasciste e per migliori condizioni di lavoro; la mobilitazione del 1949 conclusasi, dopo settimane di occupazione dell'azienda, con la divisione fra i sindacati e 218 licenziamenti; le vertenze del 1962 con la ripresa della conflittualità e l'avvio di una lenta riconciliazione fra i sindacati.
Per la nocività delle produzioni e degli agenti chimici utilizzati, la Mangelli rappresenta anche uno dei teatri, nei primi anni '70, per le lotte contro la nocività e per la salute in fabbrica.
Nonostante una lunghissima mobilitazione, che coinvolge per mesi tutta la città, nel 1972 la fabbrica, gravata da invecchiamento degli impianti e crisi del settore, subisce un forte ridimensionamento con il licenziamento di 847 operai e operaie, primo atto di una vicenda che si chiuderà nel 1977 col fallimento definitivo.
Nonostante le repressioni e le discriminazioni, il PCI mantiene costantemente un radicamento alla Mangelli, dall'azione di avanguardie militanti nei mesi dell'occupazione nazifascista fino alla chiusura del 1977, per evitare la quale l'Amministrazione “rossa” metterà in campo uno sforzo prolungato e gigantesco. All'interno della fabbrica, i militanti del PCI sono organizzati in una apposita sezione aziendale -la “Quattro Martiri”- che arriverà a contare oltre 200 tesserati.