L'Emilia-Romagna è un crocevia cruciale per la storia del Partito comunista. Una molteplicità di luoghi-simbolo testimonia il diffondersi e il radicarsi, lungo il Novecento, dell'appartenenza e dell'attività politica legata al partito. Nella mappa che presentiamo è stato possibile ricostruire alcuni luoghi della clandestinità e della lotta antifascista risalenti ai decenni tra le due guerre mondiali. Ma anche e soprattutto le centinaia di luoghi ed eventi che, nella seconda metà del secolo, hanno lasciato il segno sul territorio regionale, caratterizzando compiutamente l'Emilia-Romagna come “Emilia rossa”. Una sezione ad hoc è dedicata ai luoghi dell'attivismo femminile, realizzata in collaborazione con la Rete Archivi UDI Emilia-Romagna.
Industria metalmeccanica fondata da Vezio Bertoni nel 1920 a Copparo. L'azienda fu requisita dall'amministrazione comunale nell'estate del 1960.
Nato come Centro culturale "Antonio Gramsci" nel 1962, in seguito Istituto Gramsci, ha avuto negli anni una forte influenza sulla cultura cittadina e non solo.
Storica fabbrica di Ferrara e della provincia. Fu al centro di una dura vertenza sindacale nel novembre-dicembre 1968.
Fabbrica di calzature fondata nel 1914 e chiusa nel 1982. Nel 1971 il sindaco di Ferrara requisì lo stabilimento, dopo mesi di lotta da parte dei lavoratori contro i licenziamenti decisi dall'azienda.
Combattiva sezione di fabbrica del complesso petrolchimico della Montecatini, prima, e della Montedison dopo.
Fu Enrico Berlinguer, in occasione del comizio tenuto a Ferrara nel 1984, ad annunziare che la prossima festa nazionale dell'Unità avrebbe avuto luogo a Ferrara. Per allestirla venne individuata la zona dell'Aeroporto militare.