L'Emilia-Romagna è un crocevia cruciale per la storia del Partito comunista. Una molteplicità di luoghi-simbolo testimonia il diffondersi e il radicarsi, lungo il Novecento, dell'appartenenza e dell'attività politica legata al partito. Nella mappa che presentiamo è stato possibile ricostruire alcuni luoghi della clandestinità e della lotta antifascista risalenti ai decenni tra le due guerre mondiali. Ma anche e soprattutto le centinaia di luoghi ed eventi che, nella seconda metà del secolo, hanno lasciato il segno sul territorio regionale, caratterizzando compiutamente l'Emilia-Romagna come “Emilia rossa”. Una sezione ad hoc è dedicata ai luoghi dell'attivismo femminile, realizzata in collaborazione con la Rete Archivi UDI Emilia-Romagna.
Presso la Fiat Grandi Motori gli operai organizzarono il più strutturato dei giornali di fabbrica della provincia, “Il Faro” (1951-1956), con una redazione di cinque membri.
La Libreria Rinascita era la libreria del Partito comunista, contava numerose sedi in tutta Italia.
Il circolo del cinema «Pasinetti», attivo nella prima metà degli anni Cinquanta, fu progettato e finanziato dal Partito comunista.
Il primo villaggio artigiano di Modena nacque in risposta alla crisi economica post-bellica.
Il circolo Formiggini nacque nel 1955 per iniziativa di un gruppo di intellettuali di sinistra, con il sostegno del Psi e del Pci.
La Casa del giovane “Sandro Cabassi” venne costruita tra il 1954 e il 1957, poi ampliata nel 1969.
Nel 1958 l’amministrazione comunale ristrutturò gli spazi del Palazzo dei Musei, nel cuore della città, per permettere l’apertura di una sala per concerti, conferenze, mostre, proiezioni cinematografiche.
A Carpi, Renato Crotti, titolare della Silan (settore tessile), divenne celebre perché negli anni ‘60 mandava i militanti comunisti in Unione Sovietica a sue spese per dimostrare loro l’inefficacia del comunismo.
Piazza Grande, la piazza principale di Modena, fu sede di numerosissime manifestazioni nel corso degli anni: alcune delle più significative concentrate nei decenni 1960 e 1970.
Fondato nel 1957 dall’amministrazione provinciale, ospitò negli anni ’60 e ’70 cineforum, assemblee studentesche e laboratori politici che videro anche la partecipazione delle rappresentanze operaie.
Nel 1968 il giornalista Nando Gavioli iniziò una lunga inchiesta su "l’Unità" a proposito delle condizioni di lavoro e di vita all’Istituto Villa Giardini di Casinalbo.
Al culmine di un’aspra vertenza per il rinnovo del contratto provinciale dei braccianti, il 3 agosto 1971, il sindacalista della CGIL Ernesto Cattani venne aggredito e ucciso, a soli 51 anni, da un agrario del luogo.
A Zocca, sull’appennino modenese, si svolsero numerosi corsi di partito del Pci e soprattutto della Fgci, a partire dalla fine degli anni Sessanta, fino alla fine degli anni Settanta.
Nel 1977 si inaugurò la stagione delle feste dell’Unità all’ex-autodromo (1977 e 1979-1987).
La FGCI modenese negli anni Ottanta era la seconda federazione provinciale più grande d’Italia – la prima se si considera il rapporto tra iscritti e abitanti.