L'Emilia-Romagna è un crocevia cruciale per la storia del Partito comunista. Una molteplicità di luoghi-simbolo testimonia il diffondersi e il radicarsi, lungo il Novecento, dell'appartenenza e dell'attività politica legata al partito. Nella mappa che presentiamo è stato possibile ricostruire alcuni luoghi della clandestinità e della lotta antifascista risalenti ai decenni tra le due guerre mondiali. Ma anche e soprattutto le centinaia di luoghi ed eventi che, nella seconda metà del secolo, hanno lasciato il segno sul territorio regionale, caratterizzando compiutamente l'Emilia-Romagna come “Emilia rossa”. Una sezione ad hoc è dedicata ai luoghi dell'attivismo femminile, realizzata in collaborazione con la Rete Archivi UDI Emilia-Romagna.
Fogli nacque a Comacchio il 23 maggio del 1901. Fu antifascista e funzionario del Partito comunista, tra gli organizzatori della Resistenza a Comacchio. Dopo esser stato catturato e torturato dai nazifascisti, venne ucciso il 29 gennaio 1945.
Nato a Ferrara nel 1918, al momento dell'armistizio, Rizzieri era arruolato come aviere. Tornò nel Ferrarese, dove organizzò la 35a brigata Garibaldi.
La lapide ricorda una strage nazifascista avvenuta il 17 novembre 1944, nella quale sette antifascisti vennero uccisi dalle SS nei pressi del Caffè del Doro, alla periferia della città di Ferrara.
Piazza municipale dedicata al partigiano comunista Folegatti, che morì per lo scoppio di una mina anticarro il 18 aprile 1945.
Con le elezioni del 1946 ebbe inizio una lunga e ininterrotta gestione da parte del PCI (e dei socialisti) dell'amministrazione del comune di Ferrara e della maggioranza dei comuni della provincia.
Piazza all'interno del palazzo comunale di Ferrara, scelta spesso come sede di manifestazioni e/o comizi elettorali.
Rispettivamente, la piazza principale di Ferrara e il corso che si conclude con castello Estense: furono e sono i luoghi principali delle manifestazioni e dei comizi pubblici della città.
Detta il "Cremlino", fu la storica sede della Federazione provinciale di Ferrara.
Le case del popolo nella provincia di Ferrara: le sedi di Mesola e Gallo nell'immediato dopoguerra.
Nelle elezioni comunali del 1951 il PCI di Portomaggiore (come accadde anche in altri comuni del Ferrarese) si presentò alle elezioni con un simbolo inedito: quello dell’acquedotto.
Il baluardo della Montagna, più comunemente noto come Montagnone, è un’area delle mura di Ferrara destinata a parco pubblico cittadino.
Storico teatro di Ferrara – costruito nel 1857 e completamente rifatto nel 1913 – strutturato come un "anfiteatro" e con capienza di oltre 2000 spettatori, fu una delle sedi principali dei congressi della federazione provinciale di Ferrara.
Sala teatrale di Ferrara, fu insieme all'ex Teatro Verdi una delle storiche sedi dei congressi della Federazione provinciale comunista.
Storica sezione di partito di Poggio Renatico, piccolo comune del Ferrarese che fu governato ininterrottamente dal PCI dal 1946 a 1991.
Sede abituale delle feste de "L'Unità" di Poggio Renatico, dal dopoguerra in poi.